La passione della casa editrice Les Doigts qui revent
Il 1994 rappresenta la data post quem i bambini non vedenti o ipovedenti hanno ottenuto la possibilità di avere tra le mani un libro anche prima di frequentare la scuola primaria. Fino a quel momento non era consueto, come per i loro coetanei normodotati, poter sfogliare un libro per intrattenersi, per sognare, per divertirsi; l’editoria per i lettori con problemi di vista non era sviluppata e sembrava non ci fosse sensibilità a questo riguardo. Cosa accadde in quella data? Quattro coppie di genitori e un insegnante vollero scuotere lo status quo di torpore culturale e decisero di impegnarsi per rendere giustizia ai bambini ipovedenti e non vedenti. Fondarono in Francia la casa editrice Les Doigts qui revent per suscitare in quei bambini il desiderio di leggere. Perchè? Per permettere l’integrazione e l’uguaglianza tra bambini attraverso la lettura. Con quali libri? Iniziarono a studiare un progetto di un album tattile illustrato immaginandolo come una maquette in gestazione, con cui approdarono ad un libro contenente:
– due scritture (una con lettere grandi per i bambini ipovedenti e vedenti, l’altra in braille per non vedenti),
– le illustrazioni tattili realizzate con materiali diversi per consistenza, intagliati e incollati,
– una rilegatura ergonomica che permettesse l’apertura comoda anche senza l’aiuto delle mani che sono impegnate a “leggere” le pagine,
– colori a contrasto per facilitare gli ipovedenti,
– un’estetica intrigante adatta anche ai bambini vedenti.
Il libro così concepito e costruito prese forma e venne presentato agli editori francesi ma gli alti costi di realizzazione e il numero ridotto di utenti li dissuasero purtroppo a pubblicare questo innovativo progetto editoriale. Da quel momento è decollata l’attività di produzione in proprio della casa editrice Les Doigts qui revent ma le difficoltà non erano da sottovalutare: oltre ai costi, ai tempi e al numero esiguo delle copie realizzate a mano per la distribuzione, si evidenziò il ristretto circuito di accessibilità di questi testi. Si acquistavano solo nelle scuole per bambini non vedenti e molto raramente in famiglia. Con il passare degli anni le biblioteche francesi iniziarono ad acquistare i libri per non vedenti e li impiegarono nei laboratori di lettura con i bambini normodotati dimostrando così che non erano testi per una minoranza ma avevano il merito di accomunare i giovani lettori con problemi di vista a quelli senza, in una progettualità che si dimostrava vincente.
Per abbassare i costi di pubblicazione, la casa editrice francese decise di inaugurare una sorta di federazione con altre case editrici europee che accettarono di prendere parte al concorso Tactus: sette editori con sei lingue ufficiali si coalizzarono e ottennero degli ottimi risultati di vendita e di divulgazione. Uno dei loro meriti fu quello di abbattere i costi, così da poter immettere sul mercato editoriale i libri tattili al costo di € 15,25 anziché i consueti 145. Solo nel periodo che va dal 2000 al 2005 questa federazione ha pubblicato più di 16 titoli per circa 7500 copie, in sette lingue. Segnaliamo il caso dell’Italia che ha ordinato nel 2005 ben 850 copie di Petit souffle de vent, creato da Elsa Lodolo, da divulgare negli istituti per ciechi e nelle biblioteche.
Le attività di Les Doigts qui revent non si esauriscono solo nella produzione e riproduzione di testi su commissione, una fetta importante delle loro competenze viene devoluta in cicli di incontri e laboratori in paesi extraeuropei per far acquisire le tecniche e permettere a editori locali di lanciarsi in questa stessa impresa. Anche in questo ambito è interessante estrapolare il caso della Colombia che nel 2013 richiese una serie di laboratori per l’America Latina e in seguito a questa esperienza, ha potuto pubblicare in loco circa 1600 copie di un primo libro tattile.
Dopo il 2013 la crisi editoriale colpisce anche la casa editrice francese che si vede costretta a rendere biennale il Premio Typhlo & Tactus, anche a causa di una sospensione delle sovvenzioni ministeriali. Il bilancio fino a quegli anni era stato di ben 210 titoli per circa 36.000 copie; non facciamoci impressionare da queste cifre che sembrerebbero rappresentare un traguardo notevole ma si rivelano invece una quantità irrisoria se comparata con l’offerta rivolta ai libri di bambini normodotati. Lo spirito della casa editrice si sostiene con una salda e convinta economia solidale attraverso incarichi (cuciture, assemblaggio, materiali) assegnati ad associazioni scelte per il loro impegno sociale: i pensionati di Dijon (CCAS), una cooperativa sociale di Roma, un atelier di formazione in Africa del Sud e ATD Quart Monde in Madagascar. Nel contempo ha sviluppato una serie di pubblicazioni di saggi, manuali, libri per genitori e insegnanti, sia scegliendo opere di professionisti da tradurre, sia scrivendo le esperienze vissute anche all’estero. Da non dimenticare anche la rivista annuale Terra Haptica, The International Journal of Visual Disability and Inclusive Practices.
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Claudia Camicia