Alcune riflessioni sui libri di divulgazione per ragazzi
Non sono molte le ricerche dedicate ai libri di divulgazione per ragazzi ma nel recente saggio curato da Marnie Campagnaro dell’Università di Padova, intitolato Le Terre della fantasia, un esauriente capitolo a firma della studiosa Anna Cristini chiarisce molti aspetti basilari dei libri che non fanno parte del genere narrativa.
Fiction e non fiction
Le pubblicazioni di divulgazione storica, artistica, scientifica non appartengono alla fiction o narrativa e si allineano in libreria e biblioteche in scaffali a loro dedicati dove i lettori possono andare a curiosare liberamente. I libri di divulgazione contengono molte informazioni che aiutano il giovane lettore a comprendere il mondo, a imparare e sperimentare, ad avvertire anche un senso di gratificazione durante la lettura perchè aumenta in lui la consapevolezza di saper ragionare e immagazzinare informazioni. I giovani lettori iniziano timidamente a scegliere libri che non hanno l’apparenza di testi scolastici ma si rivelano ben presto vere e proprie sfide narratologiche per esperti. I lettori si cimentano con le conoscenze scolastiche, nel contempo aumentando il proprio bagaglio di informazioni, mentre sviluppano la loro information literacy (necessaria oggi per l’apprendimento durante tutta la vita) e a volte divagano per soddisfare i loro interessi personali in settori poco trattati dal curricolo scolastico. Perchè preferire un libro di divulgazione? Per approfondire, per sentirsi in grado di capire alcuni concetti senza l’aiuto di guide, per creare la consapevolezza di saper seguire un percorso logico e arrivare ad una conclusione, memorizzare e anche essere in grado di spiegare ad altri le scoperte appena acquisite. La lettura di un testo scientifico, anche se affiancata dall’inserimento di ottime immagini che potenziano le informazioni e le completano con dettagli realistici, risulta più lenta di quella di un racconto; il tempo della lettura consente quindi un approccio graduale e profondo ai contenuti. Aiuta la riflessione, sviluppa le capacità personali di analisi e confronto. In conclusione si riscontra che la lettura in autonomia aumenta la motivazione a fare scoperte.
Le case editrici italiane e la divulgazione scientifica
Alcune case editrici italiane, prima fra tutte la triestina EL nel 1976, hanno privilegiato il piacere della scoperta abbandonando il metodo scolastico classificatorio – descrittivo, ovvero l’approccio empirico e nozionistico a favore dello sviluppo dell’osservazione, dell’analisi e della comparazione di risultati. Anche le ottime pubblicazioni di Editoriale Scienza, Jacabook, Lapis, Ippocampo, Motta Junior (e poche altre) sono improntate a sviluppare/assicurare tre principali funzioni della lettura: ludica, informativa e relazionale. Ultimamente i prodotti digitali si sono dimostrati più adatti alla divulgazione che non alla narrativa: così gli enhanced books (libri potenziati con funzioni anche interattive) per la loro caratteristica di declinare molti percorsi e contenuti da piluccare offrono dei vantaggi al lettore amante della scienza, hanno arricchimenti extra che lo stimolano a ricercare e a interagire con il libro. Da alcuni anni i testi non fiction impiegano espedienti grafici decisamente coinvolgenti con l’aiuto della cartotecnica (finestrelle, pop up, acetato in fogli sovrapponibili, fustellature, ecc.), dell’impaginazione dinamica, della grafica accattivante, dei gadget per sperimentare alcune attività.
Come definire il libro di divulgazione?
Anna Cristini tenta di definire il libro di divulgazione e ci ricorda che nel mondo anglosassone si usano due espressioni: information children’s book e non fiction children’s book. Due definizioni che puntano a sottolineare due aspetti specifici: il primo considera il libro come strumento per l’informazione, il secondo lo classifica come estraneo alla fiction, ossia alla narrativa. Sappiamo d’altronde che oggi alcune case editrici scelgono di pubblicare albi illustrati, fumetti e biografie che riguardano il settore scientifico e divulgativo ma questi libri purtroppo non sono classificati dalle biblioteche come appartenenti al genere divulgativo.
Così si esprime L. Paladin sull’arte della divulgazione “Divulgare non è volgarizzare, anzi è un’arte, l’arte di sollecitare – in un sapiente equilibrio – l’emisfero destro e quello sinistro, l’emozionale e il razionale, il verbale e l’iconico (…) si può aggiungere che non è nemmeno riassumere, limare, ridurre, semplificare: è invece un’operazione di rielaborazione e di creazione di un nuovo prodotto, diverso dalla fonte, ma a questo fedele” (LG Argomenti 2/1999). Vediamo quindi quali classificazioni sono state elaborate da studiosi italiani e stranieri dagli anni ’80. M. Stival individua inizialmente solo due moduli divulgativi, quello sistematico e quello narrativo. Nel corso degli anni ’90 perfeziona questa categorizzazione a cui aggiunge i moduli rappresentativo, operativo-sperimentale, poetico, fumettistico. Da questa ulteriore riflessione ci rendiamo conto che spesso i moduli sono permeabili l’un l’altro, hanno un labile confine e non rispondono precisamente alle caratteristiche individuate per l’analisi: pensiamo al libro di narrativa, all’enciclopedia, all’albo illustrato, al fumetto. Oggi la presenza di numerose pubblicazioni sul mercato editoriale permette di aggiungere altre categorie, basandosi sulle caratteristiche testuali e iconiche. C. Pappas focalizza la sua analisi sui testi divulgativi per bambini di scuola primaria e individua gli elementi indispensabili e opzionali. Rientrano tra gli elementi indispensabili: la presentazione dell’argomento, la descrizione delle sue caratteristiche e gli eventi tipici, in conclusione una sintesi. Tra gli elementi opzionali enuclea il preludio narrativo, le vignette storiche, le spiegazioni di possibili esperimenti e un’eventuale postfazione, l’appendice con ulteriori informazioni sul tema e la proposta di domande/risposte per un feed back finale. Evidentemente tra queste due categorie si collocano i libri “ibridi” ossia quelli che contengono caratteristiche informative/scientifiche assieme ad altre caratteristiche, quali brani narrativi e poetici, box o riquadri e illustrazioni assieme a disegni scientifici. Bisogna aspettare il bibliotecario anglosassone K. Whittaker che pubblica nel 1981 una catalogazione per tutti i libri, da noi tradotta nel 2002 con Metodi e fonti per la valutazione sistematica dei documenti, tra cui una nuova valutazione dei libri di divulgazione per bambini e ragazzi. Whittaker prende in esame tutto il libro, contenuto e contenitore, è il prodotto intellettuale che gli interessa ma ne rivaluta ogni aspetto: tiene in conto l’età del lettore, le abilità di lettura, il lessico e la complessità della frase, concetti e astrazione dei contenuti.
Il libro di divulgazione può essere letto in autonomia?
Per rispondere a questa esigenza D. Jacobi individua alcune caratteristiche indispensabili: nel testo deve essere scelto un linguaggio che fa uso di definizioni, metafore, analogie, un lessico specialistico accompagnato da un glossario, illustrazioni che rafforzano i contenuti testuali, fotografie come strumento d’indagine scientifica rigorosa. L’organizzazione scritto-visiva manifesta la progettualità iniziale con cui si costruiscono i percorsi di lettura, il testo a volte diventa semplice didascalia di foto e/o illustrazioni, altre volte assume funzione narrativa e attinge al repertorio letterario. Negli albi illustrati risulta opportuno creare un binomio tra scrittura e iconografia atto ad aiutare il giovane lettore ad affrontare il tema, anche se accompagnato dall’adulto.
Conclusioni
Il libro di divulgazione ha il compito di educare, può essere letto con bibliotecari, insegnanti, in famiglia e in autonomia ma deve rispondere ad altri tre aspetti principali: offrire una lettura piacevole, fornire informazioni e soddisfare il desiderio di conoscere, aiutare il lettore a costruire la propria information literacy con autonomia. La valutazione di un testo di divulgazione scientifica deve basarsi sugli aspetti fin qui analizzati perché la qualità dei contenuti assieme a quella della veste grafica lo rendono uno strumento essenziale per la formazione del giovane.
Le Terre della fantasia, a cura di Marnie Campagnaro, Donzelli Editore, Roma 2014.