Intervista ad Ada D’Alessandro
In occasione della manifestazione “Libris in fabula”, svoltasi a L’Aquila dal 30 settembre al 7 Ottobre, Claudia Camicia ha incontrato l’autrice Ada d ‘Alessandro con il suo libro “Scopriamo con Zia Giusta le mura della città dell’Aquila” pubblicato da Edizioni Palumbi.
–Quale motivazione l’ha spinta a pubblicare questa sua prima opera divulgativa?
Concordo in pieno con le finalità del Gruppo di Servizio per la Lettura Giovanile che ha come obiettivo la promozione della lettura nei giovanissimi infatti i nostri giovani sono nativi digitali ma non significa essere nati in un mondo senza carta, significa piuttosto considerare carta e digitale come elementi naturali del paesaggio e sfruttare il meglio di entrambi senza fare differenze. Con questa premessa, grazie ai preziosi consigli del prof. Massimo Casacchia, ho scritto un libro dedicato proprio ai giovani che avesse come tema un monumento importante come le Mura Civiche della città dell’Aquila cioè la mia città. Ricca di chiese, piazze, fontane, palazzi e di un passato affascinante che i ragazzi hanno il diritto di conoscere aiutandoli a delineare un percorso, una sorta di filo rosso, che colleghi il passato ad un presente in via di ricostruzione dopo un sisma che ha fortemente alterato il volto, il corpo e la fisionomia di una città d’arte.
Le mura cittadine sono dunque un “pretesto” per conoscere il passato collegato al presente e al futuro.
–-La divulgazione artistica ha, negli ultimi anni, dimostrato di sapersi rivolgere con successo ai più giovani. Quando ha deciso di proporre questo argomento artistico-storico, quale approccio ha scelto?
Ormai un libro per reggere alle lusinghe informatiche deve essere coinvolgente: il giovane lettore deve essere protagonista attivo, non passivo. Ecco allora una prosa semplice ma non superficiale, corredata da figure accattivanti che stimolano la fantasia e aiutano ad immaginare gli ambienti, gli usi e le abitudini di una popolazione che viene percepita dal lettore con affettuoso interesse e partecipazione nelle sue vicende storiche.
La lettura deve formare divertendo e mai annoiare; il mio libro è una sorta di guida alla città ed alla fine della lettura il giovane lettore diventa un po’ esperto e può insegnare agli amici ed agli adulti tanti segreti del passato.
I ragazzi hanno apprezzato molto il CD allegato che regala 20 minuti indimenticabili di visione dall’alto delle mura grazie all’impiego di un drone. E’ anche questa una strategia per stimolare lo spirito di osservazione del lettore.
–Gli incontri con i bambini: impressioni, esperienze, consigli.
Si deve tenere presente che la letteratura giovanile sta acquisendo una progressiva rilevanza sociale e culturale fondamentale per favorire cultura come volano per stimolare il pensiero critico e autonomo, con questo obiettivo scrivo per i miei lettori e gli incontri con i bambini sono sempre fonte di entusiasmo e voglia di continuare a farlo!
Da insegnante poi ritengo che sia fondamentale comunicare in modo chiaro e diretto, certo occorre semplificare alcuni concetti ma questo non deve mai dare luogo ad una banalizzazione o alla perdita di rigore scientifico, spero che la mia scrittura riesca a rendere il fascino del passato con tocco leggero ma anche a trasmettere la mia passione per la storia. Credo sia un compito impegnativo scrivere per i bambini, diceva Luis Sepùlveda: “I bambini sono lettori molto esigenti”.
–I prossimi progetti editoriali?
Spero di continuare a scrivere libri sulla storia, sui percorsi culturali che diventino percorsi reali in cui movimento, salute e socializzazione rappresentino ingredienti di crescita del capitale umano e sociale. Mi piacerebbe in futuro raccontare percorsi che portino i giovani a conoscere posti poco conosciuti in cui natura, tradizioni, bellezze artistiche e storiche, e perché no, eno-gastronomiche si sovrappongono indissolubilmente fino a rapire la fantasia del giovane che da lettore diventa esploratore di un mondo ancora “incantato”.
–Il suo amore per L’Aquila, l’Abruzzo e le loro ricchezze artistiche: cosa consiglia per farle conoscere ai giovani?
Penso che la chiave della conoscenza nasca dalla curiosità; ecco dunque che attraverso il racconto è possibile innestare un processo di conoscenza, spingere ad osservare un manufatto, un paesaggio, con occhi curiosi, per scoprire una testimonianza del passato e di una cultura che mi appartiene.
Spesso amiamo ciò che abbiamo compreso e lo difendiamo dall’incuria.
Per questo al termine del mio libro il bambino riceve un diploma di “difensore delle mura della città dell’Aquila” ed assume il compito di tramandare ad altri ciò che ha scoperto. Credo molto nel valore della memoria e della bellezza, la bellezza che “salverà il mondo”, per questo scrivo per i giovani.