A colloquio con Luca Novelli e i suoi Lampi di genio
“Lampi di genio”: venti anni di successo crescente in Italia e all’estero. La Collana dell’Editoriale Scienza (Trieste, Firenze), iniziata nel 2001 con Einstein e Darwin, la più longeva di divulgazione scientifica per ragazzi, a oggi comprende ventidue biografie di grandi scienziati. Presenta le scoperte scientifiche in modo rigoroso e accattivante, con disegni, senso dell’humor e ironia; è pubblicata in moltissimi paesi e tradotta in una pluralità di lingue, tra cui l’arabo, il coreano, il turco, il cinese, il giapponese e, ultimamente, il vietnamita. Ha generato spettacoli teatrali per ragazzi e la serie televisiva “Lampi di genio in Tv”, le cui puntate sono disponibili online.
Suo eclettico autore è Luca Novelli, agronomo ed ecologo, scrittore, disegnatore, giornalista, autore televisivo, viaggiatore, divulgatore da sempre. Numerosi i premi e i riconoscimenti, tra cui il Premio Andersen 2004 come migliore autore di divulgazione scientifica e il Premio Andersen 2007 per il miglior libro di divulgazione “In viaggio con Darwin. Il secondo giro intorno al mondo Patagonia e Terra del Fuoco”.
A Novelli chiediamo:
Come è nata l’idea della Collana “Lampi di genio” e quali ritiene siano gli elementi che la caratterizzano e ne decretano il successo da vent’anni in Italia e all’estero?
Non è stata un’idea improvvisa. Non è stato un lampo di genio nella notte. È un progetto e un format dove è confluita tutta una serie di esperienze precedenti. La fortuna, forse, è stata che ha incontrato l’editore giusto al momento giusto.
I miei primi Libri sui Computer per Mondadori mi avevano insegnato a lavorare per un mercato internazionale. La serie “La banda del DNA” per Rizzoli mi aveva allenato a un linguaggio colloquiale, non didascalico e persino televisivo. La biografia di Volta, per il Centro di Cultura Scientifica di Como, per il Bicentenario della Pila, mi aveva fatto capire quante cose straordinarie si possono raccontare in una biografia. Poi avevo realizzato una biografia, satirica e per adulti, su Einstein: “Ho clonato lo zio Alberto” per Comix , che aveva persino la prefazione “apocrifa” ma autorizzata da Margherita Hack. Quanto agli “elementi” che hanno decretato il successo della collana suggerisco: la sinergia con Editoriale Scienza, personaggi carismatici, temi forti e coinvolgenti, il linguaggio, il mix di disegni e testo, il leggero umorismo e, non ultimo, il rigore col quale ogni titolo è realizzato.
I suoi libri sono illustrati con disegni che richiamano il fumetto e catturano anche i lettori meno assidui: che ruolo ha per lei l’illustrazione nel testo?
Il ruolo dei disegni nei Lampi di Genio è lo stesso della punteggiatura. Fanno parte dei testi, che sarebbero modesti senza i disegni che li accompagnano e viceversa. Però in Germania dai Lampi di genio vengono tratti anche degli audiolibri.
Ha sempre amato il disegno? Ci sono stati degli illustratori, che hanno segnato la sua formazione?
Da ragazzino leggevo di tutto, fumetti, fantascienza, horror e gialli proibiti, ma avevo sempre fame di immagini. Ero felice quando le incontravo in un libro. Ho cominciato a lavorare per i giornali pubblicando disegni. Copiavo da autori di tutto il mondo, soprattutto francesi. Alcuni di loro poi li ho conosciuti personalmente, come Wolinski e Reg Smythe, altri sono diventati cari amici, come Cavandoli, Quino, Mordillo. Quest’ultimo mi ha persino spiegato come realizzava le sue tavole e mi ha insegnato a usare il colore.
Dietro a un linguaggio colloquiale e a una trama semplificata, quanto lavoro di documentazione c’è?
Molti libri, ricerche in biblioteca e controlli incrociati delle fonti. Uso anche internet, che considero una Biblioteca di Babele. È utilissima se è usata in modo opportuno e se si scartano le sciocchezze. Quando è utile aggiungo viaggi e visite nei musei. Non scrivo niente fino a quando non mi sento sicuro di quello che scrivo.
Quanto importante è la rigorosità del contenuto?
Fondamentale. Parlo per me e per i miei libri, naturalmente. E per me è un piacere giocare con contenuti importanti, corretti e rigorosi.
Secondo lei l’interesse dei ragazzi per la scienza è cambiato in questi ultimi vent’anni? Quale futuro vede per la scienza e per i giovani?
Sono più esigenti e informati, ma rispetto a quelli che incontro -e leggono i miei libri- l’interesse mi sembra lo stesso. È una caratteristica della fascia di età alla quale mi rivolgo. Non va frustrata, va incoraggiata. Ma l’attenzione alle scienze è sicuramente più diffusa nelle famiglie e nelle scuole. Lo sarà anche di più negli anni a venire. Senza attenzione alle scienze un paese come il nostro non va da nessuna parte.
Nella Collana è presente una sola figura di scienziata: Marie Curie. Pensa che potranno trovare spazio biografie di altre scienziate: ad esempio,“le donne della corsa allo spazio”, le scienziate che hanno promosso “la rivoluzione digitale” o le scienziate della medicina…, protagoniste delle recenti conquiste scientifiche?
Su questo punto ho sentito persino il dovere di scusarmi e ne ho scritto sul mio blog (http://www.lucanovelli.info/tag/scienza-donna/ ). Qui riconosco alle donne un primato scientifico che comincia con Eva <<è lei che prova e sperimenta per prima, non quel tontolone di Adamo>>. Proseguo però ricordando quale è stata la condizione femminile dal neolitico in poi. Salvo alcune particolari eccezioni le donne sono state oggettivamente emarginate dalle arti e dalle scienze fino a un secolo fa. Con Marie Curie è iniziata una nuova era. Marie è uno sette pilastri della collana, ma anche della storia delle scienze. In un volume che affianca la collana “Eureka! 10000 anni di lampi di genio”, le donne dell’ultimo secolo non mancano. In particolare ho ricordato Hedy Lamarr, Maria Telkes, antesignana della sostenibilità e Rachel Carson, alla quale sono particolarmente debitore per il suo libro “Primavera silenziosa”. A lei un Lampo lo dedicherei volentieri. Comunque ricordo che Editoriale Scienza ha in catalogo anche la collana Donne nella scienza, che ospita proprio biografie e storie di scienza al femminile.
Lei ha lavorato per la Rai, ha collaborato, tra l’altro, con Enzo Biagi, ha scritto e condotto la serie “Lampi di Genio in TV”: che cosa comporta passare dal libro al programma televisivo?
Ho sempre considerato un privilegio lavorare per la Rai, come collaboratore e poi come autore. Quando i Lampi di Genio sono stati accettati come progetto televisivo mi sentivo abbastanza pronto ma la realizzazione si rivelò ugualmente un’avventura, una bella avventura. Scrivo e disegno i miei libri in un raccoglimento quasi monacale, con i miei tempi e le mie regole. Una trasmissione come Lampi di Genio in tv coinvolge la professionalità di una quarantina di persone, con tempi e risorse delimitate, e una certa quantità di adrenalina. Si attivano altre aree del cervello. Male non fa, anche ai libri.
L. Zaramella