Presentazione della casa editrice Sabir di Savignano sul Rubicone, in Emilia Romagna
Con l’intervista di Claudia Camicia, oggi presentiamo ai nostri lettori e a tutti gli appassionati di letteratura giovanile la nuova casa editrice Sabir, espressione dell’esperienza e dell’attività di una cooperativa caratterizzata da iniziative culturali nel territorio della regione Emilia Romagna.
D: Il logo rappresenta una vela, che si orienta verso quale mèta?
R: La vela in realtà rappresenta esattamente il contrario di una meta. Esistono nelle varie lingue del mondo alcune parole intraducibili, che però spiegano perfettamente un concetto. Per noi la parola è Wanderlust, una parola tedesca che significa “il perenne desiderio di viaggiare, girovagare, scoprire nuovi luoghi”. Quello che cerchiamo è infatti lo stupore, ci dobbiamo innamorare dei progetti che incontriamo e siamo convinti che la nostra proposta sarà tanto più valida quanto più differenziata possibile: generi, stili, tecniche… più sono varie, originali e sorprendenti più ci piacciono. La vela è simbolo di quel viaggio-vagare, quel mezzo che ti consente di controllare la rotta, certo, ma fino a un certo punto, perché poi bisogna fare i conti con qualcosa di imponderabile come il vento. Fuor di metafora, abbiamo fissato una linea editoriale chiara che viene esplicitata fin dal nome: Sabìr è una lingua franca, “artificiale”, formata da un gran miscuglio di lingue diverse, parlata nei porti del mediterraneo per quasi un millennio. Italiano, siciliano, arabo, sardo, francese, spagnolo, lingue ancora più esotiche. Tutto serviva, pur di capirsi, pur di essere in grado di scambiare. La nostra linea è questa, la ricerca della comprensione – e di conseguenza dell’accettazione – del diverso, negli altri ma anche dentro di sé. All’interno di questo, che vediamo più come orizzonte che come confine, accogliamo e ricerchiamo la più ampia varietà possibile.
D: La vostra non si può definire una “impresa editoriale pura” poiché siete configurati come una società cooperativa sociale onlus. Cosa vi ha convinto a fare questa scelta e con quali progetti vi siete rivolti e vi rivolgerete al sociale?
R: Sabìr è il terminale di un’esperienza ventennale. In altre parole, tutta l’attività legata al sociale è iniziata molto prima. La Cooperativa Koinè (nome che, non a caso, significa in sostanza la stessa cosa di Sabìr ma, diciamo, 1500 anni prima) si occupa di gestione di biblioteche ragazzi, di un museo archeologico e di una scuola di musica, di rassegne teatrali e di attività nelle scuole, di laboratori didattici e centri estivi. Tutte queste attività sono svolte su un territorio ben conosciuto, mirando a incrementare i momenti culturali rivolti soprattutto a bambini, adolescenti e famiglie. La casa editrice nasce come strumento in più per diversificare la proposta culturale che la Cooperativa offre. Gli ottimi risultati ci hanno poi permesso di abbracciare un pubblico sempre più vasto, non più limitato al contesto locale.
D: Nel vostro catalogo ho piacevolmente notato la sezione FINE ARTS. Ogni lettore ha l’opportunità di ammirare alcune illustrazioni originali e comperarle, a ricordo di una buona esperienza di lettura. Avete intenzione anche di organizzare delle mostre?
R: Ne organizzeremo e già diverse sono state organizzate. Le fine arts de “La vita nascosta delle cose” di Marianna Balducci sono state inserite nel bellissimo progetto del Comune di Cavriago, una vera e propria biblioteca pubblica di opere d’arte che gli appassionati possono prendere in prestito per un periodo e poi riconsegnare. Sempre le opere di Marianna, sia “La vita nascosta delle cose” che “100 Bambini”, sono state esposte in diverse manifestazioni: “Un Ponte di Storie in Valtellina”, all’interno della rassegna Le Città Visibili di Rimini, presso il Museo Etnografico di Santarcangelo di Romagna e sono attualmente esposte al Museo di Villa Torlonia di San Mauro Pascoli. Le opere legate a “Manuale D’Incanto”, realizzate da Alessandra di Consoli, hanno avuto l’onore di essere esposte presso i Frigoriferi Milanesi durante l’ultima edizione di Bookcity Milano. Le illustrazioni di Candia Castellani, direttrice della scuola di illustrazione di Scandicci (Il ballo di Tok e Il suono del silenzio i libri che ha realizzato per noi sinora) sono state protagoniste di diverse esposizioni a Bologna in coincidenza con l’ultima Bologna Children’s Bookfair e a Capraia Fiorentina per la mostra “Per filo e per segno”. Il bello di lavorare con l’illustrazione è anche questo: che non riesce a rimanere “contenuta” nei libri.
D: La cifra che vi distingue, nella scelta delle pubblicazioni, è la creatività. Il lettore viene catturato sia dalle attività laboratoriali sia dalle trame – che contengono spesso dei “travisamenti” del senso e dell’immagine. Come vi orientate per la scelta di un testo da pubblicare?
R: Come forse già detto sopra, noi per primi ci dobbiamo stupire. Il processo di selezione di un libro, per noi, è molto simile a un processo di innamoramento. Abbiamo scelto fin dall’inizio di “toccare” sostanzialmente solo due canoni, quello buffo e quello poetico, con l’intenzione in generale di raccontare cose importanti senza mai essere troppo seri. Vogliamo divertirci e divertire. Alla fine, naturalmente, valutiamo anche l’aspetto commerciale, ci chiediamo se un libro saremo effettivamente in grado di veicolarlo a un pubblico e venderlo. Ma davvero ce lo chiediamo solo come ultima cosa. Un po’ perché questo ci permette di investire su piccole perle che magari faticherebbero ad arrivare alla pubblicazione. Un po’ perché non è affatto detto che i libri più particolari, qualcuno direbbe quasi di nicchia, poi non ottengano anche eccellenti riscontri di pubblico. Lo vediamo di continuo. Questo discorso però non deve far pensare che scegliamo un po’ a caso, spinti dalla sensazione del momento. Quella è la scintilla, però poi i criteri si fanno rigorosi: fin dall’inizio, infatti, abbiamo deciso di pubblicare un numero limitato di libri ogni anno, fino a un massimo di 24, due al mese, perché vogliamo seguire come si deve ogni singolo volume, svilupparlo bene, coccolarlo. Questo comporta inevitabilmente una selezione: oltre il 90% delle proposte che riceviamo viene rifiutata e questa percentuale tenderà a salire ancora via via che Sabìr diventerà più conosciuta. Questo non è male, raramente chiudiamo la porta ad autori e illustratori in via definitiva. Quando però troviamo il libro che parla la nostra lingua, ecco che la suddetta scintilla si accende e si crea l’alchimia. Oltre a questo, cerchiamo di mantenere ogni anno una percentuale significativa di autori giovani, esordienti, che ci hanno convinti a prescindere dalla fisiologica maggior quantità di lavoro che queste opere richiedono. Crediamo fortemente che questa sia una attività doverosa e fondamentale per una casa editrice.
D: Potete raccontarci come è nata la collana LALLERO e a quale target di lettori si rivolge?
Quando ci viene chiesto sorridiamo sornioni e lasciamo credere che il nome sia riferito alla parola infantile, protagonista di infinite nenie e filastrocche. Ma è tutta una menzogna! In realtà il nome nasce dal classico sarcasmo romano: “Se, lallero”. Mentre progettavamo la casa editrice e pensavamo al nome per la collana venne fuori un dialogo di questo tipo:
«Tra qualche anno autori e illustratori faranno la fila per pubblicare con noi».
«Se ciao, lallero!».
E Lallero fu. E sono arrivati anche gli illustratori che più amiamo.
D: Qualche anticipazione sulle vostre prossime uscite?
R: La nostra estate inizia con due volumi, Il suono del silenzio di Sara Galli e Candia Castellani e La Rotta di Nadir di Silvia Francesca Forti e Alessandra di Consoli, due libri con illustrazioni meravigliose che usciranno nei prossimi giorni. Torneremo poi a fine agosto con “Anche le zanzare vanno in vacanza” di Diana del Grande, uno di quei libri esilaranti dalla prima all’ultima pagina. Da quello in poi, fino a tutto il 2023, ammettiamo che siamo abbastanza stupiti, felici e orgogliosi del programma che si è venuto a creare. Avremo per l’autunno Valentina Maselli e Laura Cortinovis con Nina, opera che nella sua altra ”esistenza” teatrale ha appena ricevuto un premio prestigioso a Siena e Federica Ortolan e Marco Leoni con Il filiambulante, una di quelle storie che piacciono a noi, profonde e leggere a un tempo, con le illustrazioni di Marco che sono da fermare il fiato. E poi, ma temi e titoli sono ancora top secret, Alessandro Coppola, Marianna Balducci, Sergio Olivotti e Fabrizio Silei, Cristina Marsi e Francesca Carabelli, Piergiuseppe Giunta, Alfredo Paniconi e Davide “Imbrattacarta” Bisi e tanti altri ancora.
Ringraziando per le allegre letture che fin qui avete donato ai giovani lettori e per l’assidua partecipazione a fiere, mostre, eventi in cui il libro per bambini e ragazzi è il protagonista, aspettiamo con impazienza di incontrare le vostre prossime uscite.
Claudia Camicia
rivista Pagine giovani