Bruno Luverà, fra TG1 e fumetto
Bruno Luverà è giornalista, scrittore, vicedirettore del TG1. Nel 2002 ha vinto il premio giornalistico “Saint Vincent” con il servizio televisivo sul G8 di Genova, mentre dal 2010 cura la trasmissione domenicale “Billy il vizio di leggere” dedicata anche ai fumetti. Docente di giornalismo all’Università IULM di Milano, collabora con la facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino. E ora ha scritto/disegnato un fumetto di largo respiro (graphic novel) con lo pseudonimo di Skizzo: Raus, fumetto sporco, edito da Comicout.
Come è andata?
La manifestazione ottobrina di Lucca Comics & Games è stata la sua prima occasione di raccontare e raccontarsi su questa esperienza particolare che ha deciso di intraprendere quando quattro anni fa ha fatto, insieme alla famiglia, un viaggio/vacanza in Austria lungo la pista ciclabile del Danubio. L’idea è stata quella di mettere per un attimo al bando la tecnologia a favore della vecchia cara carta. Quindi, invece di fotografare e filmare, si è messo a scrivere, che è il suo mestiere principale, e disegnare.
Questo gli ha permesso di riappropriarsi della dimensione del tempo, del rallentamento dell’osservazione e del fare cronaca, e questo lo puoi fare solo se vai a bassa velocità, a piedi o con una bicicletta, appunto. La vacanza è servita a rallentare la quotidianità, e il fumetto è stato un ottimo mezzo per restituire il messaggio di recupero della dimensione umana che spesso siamo costretti a calpestare sotto la corsa verso il tempo del nostro lavoro ipertecnologico. Così Luverà e la sua famiglia hanno potuto raccontare l’Austria sotto una luce sottile, sulla carta hanno potuto analizzare meglio la natura, risolvere storie particolari e riflessioni su noti personaggi artistici, così come ripensare alle atrocità di Mauthausen.
Ci ha messo tutto, Luverà, nel suo graphic novel, e usando un disegno non proprio bello a vedersi, anzi, come recita il titolo “disegno brutto”. Skizzo, come si è chiamato l’autore nelle sue pagine, gioca con le parole, il suo mestiere, fra personaggi famosi e le ombre della storia, il paesaggio naturale, ma anche il Covid, mentre la famiglia pedala. L’underground e l’art brut diventano il suo linguaggio grafico, ma la narrazione è anche realizzata con le dissertazioni del suo giornalismo che mette in relazione politica e arte, passato e presente, con il fil rouge dell’ironia.
Giornalista fumettista
In realtà Skizzo/Luverà prima di questa esperienza grafica faceva solo vignette per hobby, per ironizzare su brutte situazioni quotidiane, sdrammatizzare la vita. Poi ha preso la matita in mano per raccontare e si è accorto come, con la pratica continua, si cambia modo di disegnare man mano che si va avanti e si impara sempre di più. Ha impiegato quattro anni per questo lavoro, anche perché riguardando le tavole iniziali della storia si era accorto come il suo tratto era cambiato, migliorato; per cui, per lui è stato anche un viaggio interno a questa sua nuova “professione”. Alla fine non si riconosceva più in quelle pagine, così ne ha buttate via la maggior parte e ha rifatto quasi tutto.
Ovviamente molti si chiedono se continuerà a fumettare ancora, se ha qualcosa in testa. E in effetti sta già pensando a un viaggio a Marrakech che ha fatto ultimamente, anche lì ha iniziato a prendere appunti per fare una storia, ma non ha idee chiare sul suo eventuale futuro da fumettista. Occorre tempo per queste cose, come per uno scrittore tout court le storie vengono spesso da lontano, da appunti e riflessioni presi tempo addietro, anche anni prima. Non vuole diventare “un prodotto” come spesso prova a fare l’industria editoriale sulle nuove scoperte, non vuole entrare, Luverà, nel circuito di “dai, facciamone un altro finché il mercato è caldo”. Se sarà anche un fumettista oltre che giornalista, vuole fare un fumetto intellettuale, quello che ha bisogno di tempo per maturare e per dire qualcosa di concreto.
Renato Ciavola
fumettista, giornalista