intervento di Claudia Camicia- presidente GSLG a WOW
Intervento di Claudia Camicia- presidente GSLG a WOW Festival
Siamo oggi in presenza di esperti che ci indicheranno delle rotte da seguire, per adempiere al nostro ruolo di formatori, per aprirci a nuove specifiche conoscenze, perché siamo fruitori e non solo spettatori. Questa platea attenta, che intende tesaurizzare le informazioni oggi esposte, se ne farà portavoce nei contesti di appartenenza, questi sensibili e appassionati educatori attraverso le più diverse discipline sportive incontrano i bambini e i ragazzi e sono consapevoli di partecipare alla loro formazione.
Questo momento di riflessione in comune, organizzato dal Centro Sprotivo Italiano (CSI) durante la manifestazione WOW! ha per titolo NUOVI SPORT NUOVA COMUNICAZIONE? COME SI PUò COMUNICARE AL MEGLIO PER LA DIFFUSIONE DELLE NUOVE DISCIPLINE SPORTIVE?
Non ci possiamo soffermare a lungo sulla figura di Ommo Grupe (1930-2015) ricorderemo però che nei primi decenni del 1900 intuì e cercò di comunicare l’importanza di una pedagogia applicata allo sport, in cui la disciplina sportiva sanciva l’unione mente/corpo nella prospettiva di un benessere personale ma finalizzato tuttavia a quello comunitario. Il benessere della persona, secondo gli antichi greci, doveva intendersi come una perfetta armonia tra corpo e anima perseguita attraverso un canone e una misura, come precisava Pitagora.
La pedagogia dello sport, secondo il suo fondatore Grupe, doveva assumere una funzione critica nell’ambito delle scienze dello sport configurandosi come sapere teorico-pratico centrato sulle questioni educative insite nell’attività motoria e sportiva. Una disciplina sportiva che fosse utile per interpretare il comportamento del minore in età evolutiva nel contesto fisico, sociale, psicoeducativo. Per lo studioso tedesco la nuova teoria doveva prendere in esame tre elementi: corpo, gioco e movimento analizzati in una intenzionalità educativa finalizzata alla promozione dei valori umani. (E. Isidori, La pedagogia dello sport tra corpo e salute, in «La ricerca Sport», http://www.laricerca.loescher.it/sport/1755-la-pedagogia-dello-sport-tra-corpo-e-salute.html)
Si auspica sempre di affiancare le competenze tecniche a approcci teorici indispensabili perchè lo sport, come sappiamo, deve diventare un ingranaggio del sistema educativo e sociale di ampia portata.
Noi siamo qui a difendere la dimensione dello sport in chiave formativa, non nella accezione riduttiva di agonismo, scontro fisico, competizione, arrivismo. L’atto sportivo non si traduce solo in fisicità, bensì in una occasione formativa, emozionale.
Affermava Pierre de Coubertin, fondatore dei moderni giochi olimpici «Per ogni individuo, lo sport è una possibile fonte di miglioramento interiore». L’occasione odierna di queste riflessioni vuole anche abbattere dei pregiudizi: quando pensiamo ad uno sportivo a volte riteniamo erroneamente che abbia un limitato bagaglio culturale, altri giudicano la figura di una persona colta come un “secchione”, un individuo gracile e pallido. Questi pregiudizi devono essere scardinati dato che molti uomini di cultura praticano sport con costanza e successo, vice versa molti sportivi hanno conseguito buoni livelli culturali non solo attraverso la frequenza scolastica.
Don Milani, esprimendosi sull’importanza dell’autonomia critica nelle giovani menti, proponeva la lettura del quotidiano e l’analisi degli articoli perchè la lettura fosse occasione di promozione umana, di comprensione e appropriazione di valori umani in tutte le loro forme (sociali, corporei, etici, religiosi ecc.) e invitava i suoi ragazzi a fare esperienze sportive, a imparare a nuotare per acquisire una forma fisica ma anche per acquisire una abilità che li rendesse autonomi.
In quest’epoca afflitta da bulimia della comunicazione e delle immagini, come orientarsi? Come e cosa selezionare?
Offriamo una selezione di testi di autori diversi, italiani e stranieri, che trattano di sport da prospettive diverse, anche stranianti per il lettore; ritengo che potrebbero essere proposti ai giovani come occasione di riflessione, prima di un allenamento o una sfida, dopo una prova individuale o per conoscere realtà diverse di altri sportivi.
LA LETTURA, CHE SPORT!
A)
UNO SPORT PER TUTTI di G. Wright
Il nuoto può essere un piacevole passatempo o un’attività agonistica e viene praticato in tutto il mondo e a tutte le età. Nella sua forma più elementare, il nuoto non richiede nessuna attrezzatura ma, per realizzare prestazioni a livello mondiale, ai campioni vengono offerte condizioni ottimali. La piscina olimpionica (otto corsie di 50 metri) viene progettata tenendo conto di tutti gli accorgimenti che consentono a chi nuota di raggiungere i migliori risultati (acqua a una temperatura determinata, divisori di corsia antiturbolenza, scanalatura antionda) Ci sono voluti più di cento anni perché il nuoto assumesse la forma attuale. Inizialmente porti e moli furono teatro di molte gare, ma poi si cominciarono a costruire le prime piscine e, nel 1896, il nuoto era già tanto popolare da far parte delle prime Olimpiadi.
IN PISCINA di Donatella Ziliotto
Odio fare le vasche. Mi piace nuotare al mare, quando c’è da raggiungere qualcosa, una boa, uno scoglio, ma le vasche no: si scende nell’acqua della piscina, sempre un po’ tiepidina, così pulita e malinconica, senza meduse né alghe.
Bisogna mettersi la cuffia e così non si sentono le voci degli altri bambini; non ci sono le onde e si nuota fino alla sponda opposta senza sabbia, sassi e pesciolini; si tocca uno spigolo di vetrini verdemare che non ingannano nessuno, poi come dei robot, si rifà la stessa strada.
I due brani mettono in evidenza, anche con le scelte stilistiche, come la piscina può essere valutata in modo distaccato oppure come ambiente che non soddisfa. Ogni lettore potrà poi esprimere le proprie impressioni, sulbrano, e sulla propria esperienza di nuotatore, più o meno dilettante.
B)
DAL PUNTO DI VISTA DEL PALLONE di Marcello Argilli
La prima volta era stato felicissimo nel vedere tutti quei ragazzi corrergli incontro, ansiosi di raggiungerlo.
Ma poi, appena lo avevano avuto a tiro, giù calcioni a non finire: di punta, di collo, di tacco…
Ogni volta che veniva gettato nel grande rettangolo verde dello stadio, contro il povero pallone si scatenava una corrida furibonda.
Ventidue ragazzi gli davano la caccia, scaraventandolo a pedate di qua e di là.
Invano il poveretto cercava di scappare dal campo: lo agguantavano subito e lo rigettavano dentro con le rimesse laterali, ansiosi di riprenderlo a pedate.
Una domenica, volando nell’area di rigore, si accorse che un terzino lo guardava ansioso e preoccupato.
Il pallone si commosse e sperò d’aver incontrato un’anima sensibile. Infatti, invece di sferrargli il solito calcio in faccia, quel terzino compì un gesto inaspettato: anche se, forse per timidezza, cercò di farlo di nascosto.
Con la mano, svelto svelto, gli fece una carezza.
Il pallone provò un brivido di gioia. Ma la sua felicità durò appena un attimo.
L’arbitro, indignato, fischiò il rigore.
Era assolutamente proibito fargli carezze, dovevano prenderlo solo a calci!
Questo brano capovolge la prospettiva dell’osservatore, che in questo caso considera la condizione del pallone e non del calciatore. Il lettore potrà capire cosa vuol dire mettersi nei panni di …, sentire l’empatia per…., notare la differenza tra vincenti e perdenti, quale rispetto meritano persone e cose, anche nei momenti di gioco.
C)
W LO SPORT!
Chi in salute vuol restare
tanto moto deve fare.
Inoltre è proprio bello
imparare questo e quello.
Sport di squadra o individuale
è sempre sano ma non uguale.
La squadra è una famiglia
ci si aggrega a meraviglia
e s’impara a rispettare
il mondo intero per amare.
© Vivacemente
La filastrocca, dalle rime a volte un po’ forzate, sottolinea la varietà dello sport, la sua caratteristica di aggregante e la sua capacità di misurare il livello di rispetto reciproco. In anticipo sulle campagne di fair play negli stadi, inneggia a fare squadra per raggiungere un benessere psicofisico e essere capaci di amare tutti, senza pregiudizi.
D)
G0AL (di Umberto Saba)
Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce,
con parole e con mano, a sollevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla – unita ebrezza – par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la rete inviolata il portiere
– l’altro – è rimasto; ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Una poesia di un illustre poeta italiano, che sia per la versificazione sia per il contenuto, ha portato attenzione sul tema sportivo in anticipo sui tempi quando la poesia serviva solo per esprimere emozioni “alte” e temi colti.
Un paragone tra portieri, quello sconfitto e quello vincente, un confronto tra le loro emozioni e quelle dei loro compagni, che ne amplificano la risonanza emotiva tra una lacrima e una capriola.
E)
F)
Lo sport per tutti significa giocare, divertirsi ma anche apprendere regole, provare i propri limiti, acquisire abilità specifiche, entrare in sintonia con un gruppo, porsi dei traguardi e molto altro. Sul sito www.eandiermanno.it sono raccolte alcune poesie a tema sportivo, nella Rubrica “La poesia dello Sport” curata dal poeta Ermanno Eandi. La rubrica, nata nel quotidiano “Tuttosport “e proseguita nel quotidiano “QS” (l’organo sportivo di QN, giornale che raggruppa “Il Giorno”, “La Nazione” e “Il Resto del Carlino”), è stata fortemente sostenuta da Xavier Jacobelli, allora direttore delle testate, che ha creduto nel coniugare la poesia con lo sport.
Per coloro che hanno delle disabilità, lo sport diventa occasione di crescita e spesso di enormi gratificazioni.
Sedia a ruote
Sono immobile eppure mi muovo,.
corro, volo, salto,
m’innalzo con la mia fantasia
e raggiungo vette altissime.
Da lì vedo la mia voglia di rivincite,
l’autenticità di essere me stesso,
lontano da quel che sono
ma vicino alla mia pura sensibilità.
A volte vedo gli altri
correre da fermi con i pensieri inariditi,
che fingono di capirmi
con il loro falso compianto
di chi non vola più o, peggio, non hai mai volato.
Dalla mia sedia a ruote spuntano le ali,
faccio capriole nella mente,
mi piaccio e capisco:
che è meglio avere un corpo senza corpo
che una testa senza testa.
Ermanno Eandi
Molti i motivi di riflessione che scaturiscono da questa lettura: la condizione della persona con handicap, la sua voglia di rivalsa attraverso lo sport, l’attività agonistica che livella e offre opportunità a tutti (si possono esaminare i dati delle paraolimpiadi), la falsa pietà, la differenza tra un uso intelligente delle proprie capacità e un conformismo privo di senso.
G)
LA PALLINA DA PING PONG
E’ una pallina di nessun conto
se riceve in faccia strani schiaffi.
Come il pendolo di Focault
batte e ribatte il tempo inesorabile
che muore mentre passa.
Sul tavolo rimbalza, saltella, cade
prostrata più della mia anima evanescente.
Occhi a mandorla la scrutano farsi gialla
e suonare un’ouverture a colpi di paletta.
A terra divaga ballando, saltellando.
Perforando inutili cerchi senz’acqua.
Eccola tra le unghie di Marameo
scappar via dal vetro rotto
del balcone di zia Teresa.
Maria Rosa Oneto – Rapallo
(Www.eandiermanno.it)
Questa poesia pone sullo stesso piano la pallina con il suo amaro destino, che la affligge con schiaffi e schiacciate, e la scrittrice, che si sente l’anima soffacata dalla realtà. Il focus rimbalza dallapallina al gatto, dando al lettore l’impressione di vedere un film.
In conclusione le emozioni che suscita una vittoria, ancor maggiori se si tratta del proprio beniamino o della squadra del cuore, non riescono a volte a essere contenute ma questa esultanza non deve mai straripare in atti di violenza. Lo sdegno sincero e profondo e la condanna per la folle violenza di alcuni tifosi, per il razzismo sugli spalti, per l’agonismo esasperato che distrugge l’essenza pura del gesto sportivo, possono rintracciarsi in articoli di giornale, in interviste, in dichiarazioni delle tifoserie. Questo tipo di lettura documentaristica può stimolare una riflessione di gruppo, un confronto aperto a esprimere critiche, criticità e soluzioni.
Per approfondire i grandi valori dello sport si consiglia la serie di L. Garlando Gol, oppure quella dedicata al calcio femminile Campionesse, di M. Uva e M. Gasparri. Sono in commercio molte biografie ben articolate e complete. di giocatori italiani e stranieri nelle diverse discipline, tutte adatte come proposta individuale di lettura. Anche nella stampa periodica italiana per ragazzi si trovano ottime rubriche di sport, sempre al passo con l’attualità, in cui si presentano campioni, tornei, giochi, discipline che riusciranno a incontrare il piacere del pubblico.
La lettura, che sport! Dove sport mantiene la sua accezione di divertimento, di svago e di conquista di nuovi traguardi che servono alla formazione armoniosa del sé.
Possiamo fare nostra la affermazione del campione Pietro Mennea La fatica non è mai sprecata: soffri ma sogni.
Claudia Camicia
Presidente Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile